The High Mountain Court by A.K. Mulford

The High Mountain Court by A.K. Mulford

autore:A.K. Mulford
La lingua: ita
Format: epub
editore: HaperCollins Italia


17

Il Castello di Wynreach era bellissimo al tramonto. Ombre magiche danzavano lungo le mura, ghirlande di foglie dalla punta dorata decoravano le scale fino al gigantesco portone della fortezza. Due lanterne di zucca intagliate con dovizia di particolari illuminavano ciascun gradino e i cortigiani si soffermavano ad ammirarle una per una.

Anche le streghe celebravano l’equinozio d’autunno, ma non certo in quel modo. Accendevano candele, mangiavano le ultime scorte dei raccolti estivi e lanciavano incantesimi di resilienza per i mesi invernali. Era tempo di prepararsi al letargo, come le altre creature della foresta. Ma i fae celebravano in modo diverso. Nel mondo dei fae tutto era magniloquente e vistoso.

La Corte dell’Est prediligeva abiti in intensi toni gioiello, molto diversi dalle tinte allegre del Sud e dai colori neutri dell’Ovest. Carys era splendida nel suo abito verde smeraldo senza maniche che la fasciava come un guanto fino al ginocchio per poi allargarsi in una coda da sirena. Portava i capelli acconciati in un complesso intrico di trecce che aveva impiegato ore a sistemare. A ogni passo doveva sollevare l’orlo per non inciampare nell’abito, ma era bellissima. Accanto a lei Remy era sicura di passare inosservata.

Remy indossava un vestito color prugna intonato agli abiti di tanti cortigiani. Il viola era il colore ufficiale della Corte dell’Est, in onore delle streghe viola, una congrega che però non esisteva più. Il vestito di Remy aveva una modesta scollatura rotonda e maniche a tre quarti, con piccoli cerchi sotto la gonna per creare una forma a campana. Sotto tutta quell’impalcatura, non riusciva a capire quanto poteva avvicinarsi a qualcosa prima di andare a sbattere con la gonna. Preferiva di gran lunga gli abiti di pelle da equitazione. I capelli erano sciolti sulla spalla sinistra, fissati a destra con un elegante fermaglio d’argento. Si era lasciata truccare da Carys, che era riuscita a conferirle un’aria raffinata e non troppo appariscente.

Fecero un altro passo e si ritrovarono davanti un paio di stivali in cuoio finissimo.

«State bene» disse una voce divertita sopra di loro.

Alzarono lo sguardo e videro Bri, con indosso una casacca color foglia di tè ricamata in pizzo d’oro e un paio di pantaloni color vinaccia. I cerchietti d’oro sulla punta delle orecchie da fae mettevano in risalto le pagliuzze dorate negli occhi truccati con il kohl. Era stupenda ed eccentrica. Remy fece un sorrisetto: non sarebbe mai riuscita a immaginare Bri con un vestito indosso.

«Grazie.» Carys si schermì con un falso inchino. «Sono certa che catturerò gli sguardi di tutti i maschi presenti.»

«E anche di molte femmine.» Bri le fece l’occhiolino, e poi volse lo sguardo verso Remy. «Anche tu stai bene. Però ti manca una cosa.»

Tirò fuori da dietro la schiena una cintura di pelle nera, da cui pendeva un fodero d’acciaio e l’impugnatura di un piccolo pugnale.

«Un regalo per te» disse, porgendolo a Remy. Lei dischiuse le labbra scarlatte e passò le dita sull’impugnatura d’argento decorata con costellazioni dorate su un lato, e un sole brillante che irradiava raggi d’oro sul fodero sull’altro.

Remy la strinse come le aveva insegnato Bri.



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